#Binotto: #Ferrari in Messico per pole e vittoria

Obbiettivo pole e vittoria. Alla vigilia del Gp del Messico la Ferrari non gioca più a nascondino. Dopo la delle ultime due gare, cerca rivincite in altura dove due anni fa Vettel si prese la pole e l’anno scorso lui e Kimi finirono sul podio dietro a Verstappen.

“Dopo due gare nelle quali avremmo potuto fare meglio, ci presentiamo in Messico con la voglia di portare a casa il massimo risultato – assicura Mattia Binotto – Cercheremo di conquistare la sesta pole position consecutiva per poi puntare alla vittoria. Quella messicana è tuttavia una pista ricca di insidie, alcune delle quali sono legate al fatto che si gareggia a oltre duemila metri, il che rende la messa a punto dell’asseto e dei settaggi della Power Unit molto difficile con regolazioni specifiche”.
“Il circuito propone curve di diverso genere ma anche lunghi rettilinei sui quali di anno in anno vengono battuti i record legati alle velocità di punta. Il compromesso tra top speed e velocità in curva detterà le scelte di carico aerodinamico con le quali scenderemo in pista”.

” Il fatto di gareggiare a oltre duemila metri ha ovviamente un forte impatto sul comportamento della vettura – aggiunge Vettel -. Scendiamo in pista con la configurazione a massimo carico aerodinamico ma, a causa dell’altitudine, l’aria è talmente rarefatta che l’effetto che otteniamo in termini di efficienza è minimo”.
“Proprio per questo è sul rettilineo di Città del Messico che si ottengono le punte massime di velocità di tutta la stagione. La conseguenza in negativo di tutto ciò è che la vettura è molto difficile da gestire in curva, perché non c’è il carico aerodinamico che normalmente ci aiuta ad avere una monoposto stabile e precisa. Su questa pista la macchina si muove molto, fatica a far lavorare nella maniera corretta le gomme ed è complicata da interpretare anche nelle sensazioni che comunica al pilota”.
“Il giro di pista è piuttosto breve ma non è affatto semplice azzeccare tutto nel migliore dei modi. Negli scorsi anni siamo sempre stati competitivi in Messico anche se la Red Bull lo è stata di più. Siamo tuttavia fiduciosi di potercela giocare, vediamo cosa succede quando scendiamo in pista”.

“Il circuito del Messico è del tutto particolare. Si gareggia oltre i duemila metri e tutti i team scendono in pista con il massimo carico aerodinamico ma, nonostante questo, la vettura si comporta in maniera strana e il livello di grip è sempre molto basso – completa il discorso Leclerc – Su questa pista ho avuto modo di disputare una sessione di prove libere nel 2017 e la gara dello scorso anno, quindi posso dire che si tratta di uno dei tracciati che conosco di meno. Detto questo, per le caratteristiche che lo contraddistinguono questo circuito mi piace, anche per via dei muretti che sono sempre molto vicini e a me come pilota piacciono parecchio.
Anche l’atmosfera è speciale, come lo è guidare nella zona dell’Arena nella quale è possibile vedere le due ali di pubblico che fa il tifo sugli spalti”.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

3 commenti

  1. si e magari vuole anche vincere il mondiale 2019 sia costruttori che pilota. ma mi faccia il piacere! ha il grosso vantaggio, come lo scorso anno, che Hamilton non deve assoultamente gareggiare per vincere; gli bastano pochi punti soprattutto se Bottas non ne facesse nemmeno uno, per vincere il mondiale. Altrimenti la storia sarebbe molto diversa.
    Rimane il fatto che Binotto, risultati alla mano, ha fatto peggio del suo predecessore. Il che è tutto dire.

  2. tranquillo Binotto. La pole è già sfuggita. Ora vediamo la gara.
    Grande Charles: altra sberla al quattrovoltecampionedelmondo

    1. La pole è arrivata…
      Vettel ha alzato il piede per le gialle sarebbe stato davanti a Leclerc

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